POPULONIA

INTERVISTA A ENRICO BENI

Questa seconda edizione del libro del POPULONIA è stata stimolata dall'interesse dei lettori sull'unica città sul mare etrusca di cui ancora conosciamo ben poco anche a causa di diversi operai piombinesi che arrotondavano il  loro stipendio violando le numerose tombe etrusche e spogliandole delle migliori testimonianze, che ora si trovano sparse in tutto il mondo.  Inoltre  essendo Populonia stata distrutta varie volte e spogliata addirittura delle macerie per costruire  fortificazioni, vedi il Rivellino di Piombino e altre costruzioni civili, poco è rimasto del tessuto originario, finito di sconvolgere addirittura nel Novecento arando il terreno della scomparsa città per uso agricolo.  E per finire si deve anche anche alla burocrazia delle sopraintendenze della Toscana se  non è mai stato fatta una vera ricerca per riportare alla luce tutta la città. Si è preferito solo usare il territorio come esercitazioni di scavo dell'Università Senese  e di altre compagini straniere.

Insomma Populonia è lì che aspetta che qualcuno , come a  POMPEI la  riscopra e nel faccia un percorso importante per la nostra memoria storica e un punto di attrazione turistica, incomparabile....

Infine da non dimenticare che numerosi pezzi di interesse archeologico trovati a Populonia sono ancora nei magazzini  del museo archeologico etrusco di Firenze tra  cui un grossissimo tronco di vite simile a quello dove fu scolpita a suo tempo una statua di Giove posta nell'acropoli della città-. Ne guadagnerebbe il Museo archeologico  di Cittadella di Piombino dove si conservano diversi  pezzi etruschi,  un mosaico dei pesci, e ricostruzioni di vita quotidiana etrusca...

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Questa storia di Populonia a metà tra il divulgativo e il saggio storico narra la storia di una delle città etrusche molto importanti dal lato mineralogico, metallurgico ed economico. Purtroppo le varie distruzioni della città compiute prima dai romani poi dai barbari hanno disperso i caratteri originali della città sepolti sotto le macerie, insieme a varie opere d'arte, per la maggior parte trafugate dai conquistatori dai templi e dalle piazze della città. Tra le opere di valore sfuggite poi ai tombaroli ci piace ricordare l'Apollo di Piombino, il cui originale è al Louvre, e un anfora d'argento di epoca romana ora al museo archeologico di Piombino.

Partendo dalla preistoria si è cercato di dare al lettore una visione d'insieme tenendo conto del principio che la storia è tutto quello che succede attorno a noi e non solo quella di alcuni aspetti o personaggi. La storia è come la vita: scorre lentamente e quasi anonima le piccole azioni quotidiane la costruiscono; e i grandi fatti (quando accadono), sono il frutto di questa somma di piccole azioni, come la goccia, che fa traboccare il vaso: solo allora ci accorgiamo che qualcosa è cambiato. Così attraverso i piccoli fatti politici sociali e ambientali abbiamo ricostruito la storia della città attraverso i secoli cercando di essere più esaurienti possibile. Numerose note e schede suggeriscono approfondimenti per chi vuole saperne di più, insieme alla bibliografia di cui ci siamo serviti per approfondire i periodi storici e documentare le ultime ricerche sul territorio.


Nel libro sono presenti dei collegamenti al WEB tramite l'App QR utili per approfondire i periodi storici e documentare le ultime ricerche sul territorio.

Buona Lettura


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